La Generazione Zeta sempre più distante dagli spalti e dalle TV e più incline a fruire lo sport in modo smart e social

La generazione Zeta guarda sempre meno sport e meno TV

Si può ormai parlare di trend: le maggiori leghe professionistiche riscuotono sempre meno successo tra gli appartenenti alla Generazione Zeta. Da uno studio di Morning Consult, condotto su 2.200 giovani americani, emerge che gli Zeta sono meno interessati allo sport rispetto alle generazioni che li hanno preceduti. Solo il 53% degli intervistati si definisce davvero appassionato di sport, segnando un calo rispetto a millennial (69%) e adulti in generale (63%). Addirittura il 39% dichiara di non guardare alcun tipo di sport, tanto che i colossi dello sport stanno rivalutando la loro presenza su piattaforme come televisione e pay-tv. 

Ma dove si sposta questa generazione per seguire lo sport? La risposta, non troppo sorprendente è lo smartphone, compagno ormai inseparabile per i giovanissimi. Cresce invece l’interesse per gli eSports, le competizioni sportive di videogames, un grande trend degli ultimi anni, dove il 79% degli spettatori è under 35.

Cosa c’è dietro le preferenze sportive degli Zeta

Definiti come tifosi “fluidi”, i giovanissimi appartenenti alla Generazione Zeta non sono attaccati alla maglia, non seguono il papà nelle preferenze di squadra e non vogliono guardare le dirette. Loro preferiscono gli highlights, cioè i momenti salienti delle competizioni sportive, e degli eventi in generale. Brevi spezzoni ben confezionati sono pieni d’azione e riassumono perfettamente un incontro, dando poi la possibilità di essere fruiti in differita rispetto al match e risparmiando agli spettatori telecronache poco emozionanti e continui intermezzi pubblicitari. 

Meglio il riassunto della lezione intera, quindi. E’ questa una generazione che si sta allontanando dal mondo dello sport? La risposta è no, almeno finché il mondo dello sport riuscirà a trovare il canale giusto per arrivare a questa fascia di pubblico sfuggente e molto smart. Tra l’altro, la preoccupazione del circo mediatico americano è conquistare i fan in tenera età, dato che, se uno spettatore non cresce coltivando lo sport come passione, difficilmente inizierà a farlo dopo i 25 anni.

I giovanissimi si sono espressi in modo chiaro: lo sport targato Zeta è personalizzato, molto coinvolgente, coinciso, legato al social e, in questo senso, condivisibile. Infatti, sempre in accordo con uno dei tratti distintivi di questa generazione, c’è tra i desiderata il poter esprimere la propria personalità all’interno dell’evento che si sta guardando, magari commentando un post partita con i propri followers sui social. Ed ecco che, per cucire un punto tra Gen Z e sport diventano importanti social e influencer, che parlano la loro “ stessa lingua”.